La pandemia non ha permesso a Volontari e Sostenitori dell’Associazione di incontrarsi nelle piazze, ci è venuto in soccorso il web. Paolino Vircilio, professionista di Studio Samo, ci spiega come Facebook ha aiutato AIL Bologna a farsi trovare durante l’emergenza.
È chiaro che che le grandi corporation sfruttino i nostri dati a loro vantaggio per fare profitto. Facebook, ad esempio, non è di certo un ente benefico, il servizio è gratuito solo perché il prodotto siamo noi, è fuori da ogni dubbio. È così per Facebook come per tantissime altre aziende.
Ma è così un male? Quando scorriamo la bacheca e vediamo pubblicità di prodotti che abbiamo già visualizzato su un sito o quando ci vengono mostrati prodotti che non conosciamo ma stimolano la nostra curiosità, ci dà così fastidio? Preferiremmo davvero vedere la pubblicità del farmaco che contrasta i problemi dell’intestino come ci accade a cena guardando la TV?
Io credo di no. Certo, la privacy è un tema molto importante e delicato, ma a Facebook non interessa che Paolino Virciglio abbia 4 gatti, lavori nel web marketing e porti gli occhiali, quello che vuole conoscere è che il suo utente numero #1.239.322 ha determinati interessi/caratteristiche/ abitudini.
Lo vuole sapere per permettere a chi vuole far pubblicità di scegliere con cura il target delle proprie inserzioni. Quindi un’azienda di gatti mi potrà mostrare il proprio tiragraffi, un ottico le sue nuove montature in legno e un mio collega il suo nuovo corso di advertising. Quindi osserva tutto mettendoti dall’altro lato della barricata: queste piattaforme permettono anche a piccole realtà, con pochi budget, di raggiungere i loro potenziali clienti e vendere. Nel nostro caso permette di raggiungere i potenziali donatori con le proposte di sostegno.
Ed è quello che abbiamo fatto insieme ad AIL Bologna durante le feste natalizie 2020.
La pandemia ci ha chiuso in casa e quindi nel 2020 niente banchetti per le strade bolognesi, ma non ci si è persi d’animo.
Abbiamo cominciato a lavorare in maniera precisa con la pubblicità su Facebook, coprendo un pubblico ben definito. Siamo stati in grado, con un investimento molto modesto, di mostrare tutti i prodotti del nostro catalogo: le iconiche stelle di natale, i panettoni con le amarene Fabbri, i pandori, le cioccolate, ma anche i doni immateriali, puri gesti di solidarietà. Forse anche tu che stai leggendo hai visto queste inserzioni!
E si, lo ammetto, anche io ho tracciato chi visitava il sito, chi interagiva con i post dell’Associazione su Facebook o vedeva i video. Però, a giudicare dai carrelli riempiti e dalle offerte che abbiamo registrato, dai clic sulle inserzioni, dalla community che si è creata, direi che ne è valsa la pena.