Il campo dell’immunoterapia applicato alla cura dei tumori sta vivendo un momento di grande trasformazione.
L’idea, avanzata alla fine del XIX secolo per merito del grande fisiologo tedesco Paul Erhlich, secondo la quale attraverso una modulazione della risposta immunitaria del paziente sia possibile attaccare le cellule tumorali, sta diventando una concreta realtà.
Diversi sono gli approcci terapeutici, ma certamente quello più affascinante è quello che si basa sull’impiego di cellule effettrici del sistema immunitario (immunoterapia cellulare), armate in modo selettivo contro le cellule tumorali. Tale approccio prescinde dall’uso di farmaci citotossici, la tradizionale chemioterapia antiblastica.
Da questo punto di vista, l’applicazione dell’immunologia alla cura dei tumori, per la prima volta, offre la possibilità di curare i tumori senza l’uso di farmaci citotossici, riducendo le complicanze, a breve e a lungo termine, dell’uso di questi farmaci.
Certamente occorre mantenere il senso critico, necessario per comprendere a fondo il profilo di tossicità di queste terapie cellulari, che, per quanto diverso dalla chemioterapia, appare non trascurabile, nonché il loro campo di applicazione.
In particolare, una delle domande fondamentali riguarda il ruolo del trapianto allogenico di cellule staminali come terapia di consolidamento dei pazienti affetti da neoplasie ematologiche, in primis le leucemia acute, nell’era dell’immunoterapia cellulare.
Il trapianto allogenico di cellule staminali da donatore consta di due fasi fondamentali, che concorrono all’effetto terapeutico: 1) la chemioterapia di condizionamento, che precede il trapianto e che ha lo scopo di uccidere le cellule leucemiche residue e di favorire l’attecchimento delle cellule del donatore nel paziente; 2) l’effetto immunologico (immunoterapia), esercitato dai linfociti del donatore, presenti nel trapianto, che vanno ad aggredire in modo non farmacologico le cellule leucemiche.
E’ sempre più evidente che il principale meccanismo alla base della riuscita del trapianto è costituito dall’effetto immunologico. Pertanto, potrà l’immunoterapia cellulare sostituire, almeno in parte, il trapianto allogenico di cellule staminali? E’ questa la domanda cruciale alla quale la ricerca clinica nei prossimi anni cercherà di dare una risposta.