“Solo assumendo altri Medici e Infermieri e comprando nuove auto potremo far fronte alle richieste di Assistenza in aumento in questo periodo di emergenza”
Grazie al Dottor Paolo Ricci, Medico Ematologo, Responsabile dell’Assistenza Domiciliare di AIL Bologna, per ciò che lui e tutto il suo team di Medici e Infermieri (nella foto, il gruppo quasi al completo) fanno ogni giorno.
Dottor Ricci. Il Coronavirus non annulla altre patologie gravi e sono tante le persone che, durante questa emergenza, continuano ad affrontare una Leucemia, un Linfoma o un Mieloma.
“È evidente che in questo frangente drammatico, rappresentato dalla pandemia COVID-19, tutte le altre problematiche patologiche, sia del sangue che di altri tessuti e apparati, perdono visibilità. I sani e le famiglie, che non vivono i drammi delle altre malattie, forse pensano che c’è solo COVID.
Chiaramente non è così e, nel campo ematologico, Leucemie, Linfomi e Mielomi costituiscono il problema di sempre. Anzi il problema è accentuato dall’interferenza di COVID nei percorsi diagnostici ed assistenziali degli altri malati.
La vita dell’Ospedale è completamente stravolta. La nuova organizzazione resa necessaria dalla presenza di questo intruso spietato ha complicato tutto il nostro sistema assistenziale, con la conseguenza che sono trascurati la cura e le necessità dei pazienti extra-COVID”.
Lei coordina un eroico gruppo di Operatori Sanitari (3 Dottoresse, 1 Dottore e 3 Infermiere Professionali), che, di questi tempi, ogni giorno, dal lunedì al venerdì e con accessi straordinari nel finesettimana, raggiungono i Pazienti di Bologna e della sua area metropolitana a domicilio portando loro cure, terapie, conforto e coraggio.
“In effetti coordino un gruppo di persone splendide, che prestano la loro opera con professionalità, abnegazione, senso di responsabilità ed empatia. Che questo sia eroismo non sta a me dirlo. Resta il fatto che sono orgoglioso di loro e, forse a causa dell’età. mi commuovo.
Tanto più di questi tempi, in quanto c’è sempre più bisogno di assistenza domiciliare e il rischio di contagio è dietro l’angolo”.
In che cosa consiste l’Assistenza Domiciliare Ematologica di AIL?
“L’Assistenza Domiciliare Ematologica (da qui in avanti ADE) rientra nella Mission di AIL. L’AIL Bologna con l’ADE è di supporto al SSN nella cura del paziente emopoatico fragile per età, altre comorbidità e invalidità causata dalla stessa malattia ematologica. La fragilità determina problemi di spostamento del paziente con difficoltà di accesso agli ambulatori e al Day Hospital.
In assenza di ADE poi il paziente potrebbe aver bisogno di prolungati ricoveri. Andando al domicilio con Personale qualificato si può ovviare ai suddetti problemi fornendo le seguenti prestazioni: visita medica o valutazione infermieristica, prelievo di sangue venoso per esami, terapia antiblastica, antibiotica, di supporto, e trasfusionale e medicazioni di accessi venosi.
Ogni accesso al domicilio del paziente è valutato dal Medico Responsabile dell’ADE, che si confronta con il MMG e con gli Ematologi referenti per la malattia ematologica in essere”.
L’assistenza che offrite in questo periodo è diversa da quella che portate a casa dei Pazienti normalmente?
“È la stessa”
Il numero di Pazienti da seguire è aumentato in queste settimane?
“Dai 90 Pazienti prima che si verificasse il problema COVID, siamo arrivati a 110 Pazienti. L’attività specialistica svolta negli Ambulatori e nel Day Hospital di Ematologia in queste settimane si è ridotta. Il Paziente emopatico è spesso un paziente anziano e immunodepresso. È, in altre parole, la vittima preferita dal Coronavirus. Per lui il contagio equivale ad altissimo rischio di morte per polmonite interstiziale.
Ecco allora che le visite ambulatoriali sono diventate visite telefoniche. Ma il Paziente deve pur spostarsi per fare gli esami. Pertanto l’accesso al domicilio per visita ed esami è l’uovo di Colombo per questi malati.
Ma già 100 Pazienti significa per noi l’esaurimento delle risorse disponibili per la nostra attività (personale ed auto). Potremo far fronte a maggiori richieste solo attraverso l’aumento delle risorse economiche con cui implementare l’attività assumendo altri medici ed infermieri ed acquistando altre due auto”.
L’esistenza del Coronavirus costituisce una difficoltà in più per i vostri Pazienti?
“La stragrande maggioranza, se non tutti i Pazienti con malattie neoplastiche ematologiche sono immunodepressi. Molti sono anziani o vecchi. Come ho detto, sono le vittime preferite del Coronavirus, che si aggiunge a tutti i microrganismi opportunistici che già tanti problemi causavano prima. Per loro l’isolamento a casa diventa vitale!”
Seguite norme particolari nel corso delle visite domiciliari, in questo periodo, e avete bisogno di materiale speciale per proteggervi e per proteggere i vostri Pazienti?
“Il lavaggio delle mani e l’impiego dei guanti in lattice facevano parte delle procedure pre-Coronavirus. A queste si è aggiunto, con qualche difficoltà (scarsità di materiale e materiale non particolarmente adeguato), l’uso obbligato delle famose mascherine (naturalmente ci sogniamo le FFP2 e le FFP3. A fronte di casi sospetti ricorriamo anche al camice monouso e alla visiera protettiva per gli occhi. C’è da dire che la maggior parte dei pazienti seguiti in ADE vivono in una condizione di perenne quarantena. Gli unici “assembramenti” cui sono soggetti sono la presenza del caregiver e le visite dei famigliari. Quindi le occasioni per un loro contagio non sono frequenti. A tutt’oggi abbiamo avuto solo 2 pazienti in ADE contagiati ed un terzo paziente di 95 a. deceduto per polmonite interstiziale fulminante, ma con tampone fortunatamente negativo. Ovviamente, come tutti gli operatori sanitari, avremmo bisogno di dispositivi per aumentare la sicurezza nostra e dei pazienti (mascherine adeguate, camici e copricapo monouso, visiere protettive)”.
Quanto durerà, a suo avviso, questa emergenza? E vi sentite pronti per affrontarla in tutta la sua durata?
“Quanto alla prima domanda ho le mie idee da non cultore della materia e le mie speranze, che non mi permetto di enunciare, lasciando ai vari Virologi ed Epidemiologi ogni previsione. Noi siamo pronti a fare la nostra parte e ci piacerebbe implementare la nostra attività. Ma al contempo personalmente tremo di fronte alla possibilità che uno di noi venga contagiato. Una tale evenienza comporterebbe il crollo di tutta la nostra organizzazione”.
Oltre alle terapie, che cosa portate ai Pazienti e ai loro familiari?
“La gentilezza e la premura del nostro personale, che sono veramente straordinarie e delle quali ho un continuo riconoscimento”.
Può dirci quali possono essere 3 parole, 3 elementi che Lei e i suoi Collaboratori sentite essere importanti in questo momento o caratteristiche che tenete particolarmente salde e presenti in questo periodo?
“Non solo in questo periodo, ma sempre: amicizia e collaborazione, empatia, insieme, responsabilità, rispetto del paziente e dei colleghi”.
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Coraggio è la capacità di affrontare una situazione difficile, ma la parola ha in sé anche uno spirito profondo che ci ispira e ci emoziona in questo periodo di emergenza. Affondando le sue radici nel Latino cŏr, cŏrdis (cuore) e habere (avere), Coraggio vuol dire anche “avere cuore”.
Ci sono Pazienti che affrontano ogni giorno malattie che si generano e sviluppano al di là dell’esistenza del Coronavirus. Ci sono Medici e Infermieri che li aiutano, li curano e li sostengono quotidianamente.
AIL Bologna è orgogliosa di avere un coraggioso Servizio di Assistenza Domiciliare Ematologica, fatto da persone straordinarie, e di poter raggiungere così e aiutare persone altrettanto coraggiose ed eccezionali, i Pazienti.
▶️ L’Assistenza Domiciliare Ematologica di AIL Bologna continua… E tu puoi aiutarla a non fermarsi!
Il Servizio raggiunge gratuitamente ogni anno oltre 220 Pazienti a Bologna e nella provincia, anche per lunghi periodi di tempo. In questo momento, sono oltre 110 i Pazienti seguiti.