Il Servizio di Assistenza Domiciliare Ematologica di AIL Bologna è nato nel 1997 e porta gratuitamente Assistenza medica, cura e conforto a casa dei Pazienti onco-ematologici che risiedono a Bologna e nella provincia. Il progetto supporta i Pazienti e offre un efficace sostegno anche ai loro Caregiver. Raggiunge a domicilio i Pazienti con problemi acuti comparsi durante la malattia, i Pazienti molto anziani, i non deambulanti e coloro che hanno difficoltà a raggiungere la struttura ospedaliera. È destinato anche ai Pazienti che vengono dimessi precocemente dall’Ospedale e a coloro per i quali non è necessario o possibile il ricovero.
Nel 2023 è iniziato un processo di riorganizzazione del servizio. Sono quindi state inserite due nuove Specialiste in Ematologia, che coordinano il servizio e affiancano tre medici di medicina generale già presenti. Allo staff degli infermieri specializzati si aggiunge una nuova risorsa.
Per conoscerle meglio gli abbiamo chiesto perché hanno scelto questo Servizio e cosa si possono aspettare i Pazienti da loro. Di seguito le loro risposte.
La parola dei nuovi membri dello Staff
Ho scelto l’Assistenza domiciliare perché, negli anni impiegati ad occuparmi dei Pazienti negli ambulatori dell’Ematologia, mi sono resa conto sempre più del fatto che non tutte le necessità possono essere soddisfatte all’interno dell’Istituto; la cura del Paziente deve estendersi anche al di fuori delle mura dell’ospedale. Per questo, ho voluto dedicarmi a provare a fornire al domicilio dei Pazienti che ne hanno necessità lo stesso livello di cura che possiamo offrire in Ematologia. Da me il Paziente si può aspettare la professionalità e l’esperienza di chi si occupa di Pazienti ematologici da diversi anni, e la volontà di mettere al primo posto i bisogni dei Pazienti, a volte anche solo con qualche attenzione o una parola gentile in più."
Ilaria Rizzello Medico specialista in Ematologia, Responsabile del Servizio di Assistenza Domiciliare AIL
La vita del malato ematologico è inevitabilmente scandita da un susseguirsi di esami, visite, sedute più o meno lunghe di terapia, ritardi ed attese snervanti, imprevisti clinici o anche solo organizzativi. L’AD si affianca all’ematologo responsabile del trattamento con l’obiettivo di rendere questo percorso un po’ più facile, di ridurne la fatica e lo stress e di accompagnare il Paziente attraverso le difficoltà quotidiane. Si tratta di un aiuto pratico, come ad esempio evitare un faticoso accesso in ospedale ad una persona anemica e pertanto severamente astenica, che può ricevere la trasfusione di globuli rossi direttamente a casa propria, ma che si traduce anche in un sollievo per il malato e per i familiari che possono vivere la situazione con maggiore serenità. Credo che questa attività di cura sia da considerare una parte integrante del percorso terapeutico del Paziente e che, come medici, ci consenta di svolgere la nostra professione nella sua forma più pura: alleviare le sofferenze del malato. Negli ultimi 7 anni ho lavorato come ematologa presso l’Istituto Seràgnoli, occupandomi di Pazienti affetti da patologie oncoematologiche (in particolare linfoproliferative) sottoposti a terapie antiblastiche e/o immunologiche in regime di ricovero e Day Service. Conoscendo le difficoltà del percorso terapeutico a cui queste persone sono sottoposte, ho intrapreso con entusiasmo la strada dell’AD con l’obiettivo di dare aiuto concreto ma anche conforto, unendo l’esperienza e professionalità della mia formazione di ematologa all’empatia che ritengo fondamentale in ogni rapporto umano.
Laura Nanni Medico specialista in Ematologia, Responsabile del Servizio di Assistenza Domiciliare di AIL Bologna
L’Assistenza domiciliare ha realizzato per me la possibilità di un rapporto ancora più familiare e vicino con il Paziente, mi ha permesso attraverso una continuità di cura di portare una compagnia concreta. La prima cosa che offriamo al Paziente con l’Assistenza domiciliare è un servizio medico, un aiuto veramente piccolo rispetto al bisogno che essi hanno, ma è il primo punto attraverso cui possiamo incontrarli davvero.
Novella Zavatta, Infermiera Specializzata