Una figura innovativa che si occupa non solo di assistenza e che è sempre più richiesta nel nostro Istituto è l'Infermiere di Ricerca.
La ricerca clinica è una procedura che ha per obiettivo la conferma della validità di interventi medici volti a migliorare la risposta terapeutica.
La maggior parte di queste sperimentazioni viene condotta per fasi, ogni fase ha lo scopo di fornire specifiche informazioni alla conoscenza clinica e per ogni fase risultano eligibili pazienti con specifiche condizioni cliniche.
Studi di fase I – Obiettivo dello studio è valutare la sicurezza di un nuovo farmaco o di una nuova terapia.
Studi di fase II – Ulteriore valutazione della sicurezza e dell’efficacia della terapia
Studi di fase III – Obiettivo dello studio è il confronto dei risultati ottenuti con il trattamento sperimentale e quelli ottenuti con il trattamento convenzionale, cercando la conferma statistica della superiore efficacia e della minore severità degli effetti tossici del trattamento sperimentale.
Studi di fase IV – Il farmaco entra in commercio ma necessita di una fase sorveglianza post marketing.
Nell’’Istituto “L. e A. Seràgnoli” si svolgono delle sperimentazioni di farmaci. Lo staff che segue i pazienti arruolati per le cure sperimentali, deve necessariamente essere multidisciplinare ed è formato da Specialisti Ematologi, Biologi e Biotecnologi. Da alcuni anni a queste figure professionali se ne è affiancata un’altra: l’Infermiere di Ricerca.
Questa figura, presente già da anni all’estero con il nome di Study Nurse o Clinical Research Nurse, in Italia ha avuto rilievo solo recentemente. Da qualche anno questa figura è stata introdotta nel nostro Istituto per seguire i pazienti sia in ambito di Day service che in degenza ordinaria al terzo piano, dove sono presenti due camere dedicate, nelle quali i pazienti sono monitorati 24 ore su 24.
Molteplici, oltre a quelle previste dal profilo tradizionale, sono le attività e le responsabilità dell’Infermiere di Ricerca, che è, non solo, garante del paziente, ma si occupa anche del coordinamento della sua pratica clinica e della gestione dei dati raccolti.
Nello specifico, si occupa di:
- educare i pazienti e i loro familiari,
- monitorare segni e sintomi e segnalare eventuali eventi avversi al team di ricerca,
- registrare i dati raccolti (parametri vitali, somministrazione farmaci nei documenti previsti).
Come dicevamo, queste attività si svolgono in stretta relazione con un team costituito da diverse figure professionali: medici, data manager, biologi, farmacisti e monitor clinici. L’infermiere è l’anello di congiunzione fra questi esperti e il paziente.
Ma quali sono i benefici apportati da questa figura? L’infermiere di Ricerca ha un ruolo longitudinale i cui effetti si notano non solo durante il periodo di cura, ma anche prima e dopo:
- nella fase iniziale di arruolamento, l’infermiere di ricerca agevola la comunicazione tra il paziente e il team di ricerca;
- durante il trattamento facilita l’aderenza alle cure, la compliance (con conseguente diminuzione dei “drop out”, ovvero “pazienti che escono dallo studio”) ed effettua un monitoraggio costante e una tempestiva gestione degli eventuali eventi avversi.
- infine durante il follow up e in fase di analisi permette di avere una qualità molto attendibile dei dati raccolti.
Nell’Istituto “L. e A. Seràgnoli” e in generale nell’Ematologia l’attività di ricerca è estremamente rilevante ed è fondamentale per dare delle chance in più ai nostri pazienti. Lavorare in Ematologia ed essere infermiere di ricerca rappresenta uno stimolo importante per la nostra professione e un’opportunità di crescita.