Mi dicono che Sante non c’è più. Ma sono sicuro che sia uno sbaglio. Un equivoco. Deve avere lavorato sodo anche l’altro giorno e si sta facendo un bel sonno ristoratore.
Un po’ di pazienza e si sveglierà. Ha ancora troppo da fare per ritirarsi. Ci sono i malati, c’è il Seràgnoli, c’è l’AIL, ci siano noi, c’è Bologna. Fa bene a riposarsi ma poi si riparte, in gamba come sempre.
Certo, tante ne ha già fatte. Ha esplorato tra i primi la giungla di una malattia che non dava speranza. L’ha studiata, sfidata, sconfitta. Non sempre, certo. Ma ogni battuta di arresto per lui era uno stimolo per ricominciare. Ogni vita perduta è un figlio che se ne va. Ma tanti figli sono ancora qui, vivi. Anche il mio.
E ogni pietra aggiunta al suo reparto, grazie alla generosità di una famiglia, è un’arma in più contro il male. Una palestra di coraggio, di speranza. Sante Tura è un grande medico, ma anche e soprattutto un grande uomo. Che nel suo caso non è una frase fatta: è una fotografia, una radiografia, un tratto che identifica i migliori, i pochi che sanno indicare una cura e tenere stretta una mano. In ospedale, in città. Dove è riuscito a trovare anche il tempo per fare politica. Quella vera, del fare appunto. Con umiltà, con serietà. Una delle intuizioni più felici di Giorgio Guazzaloca volerlo al suo fianco. Stessa pasta. Tirata col mattarello delle sfoglie. Come politico il Prof è un moderato non certo un conservatore. Del resto, come può esserlo uno scienziato di valore; un rivoluzionario che può, deve guardare sempre avanti, mai indietro. Sante è Bologna. La Bologna migliore, concreta, umana, dignitosa. Che sa mettersi d’accordo senza vendere un voto o sé stesso per due danari.
Mi dicono che non c’è più, ma io so che sbagliano, che oggi mi telefonerà come fa spesso per dire che mi ha letto, che mi ringrazia, che ho esagerato nelle lodi. Adesso è solo un po’ stanco. Lasciamolo riposare.
Gabriele Canè
Il Resto del Carlino - 13 ottobre 2021
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Ho conosciuto AIL grazie ad una amica/collega che mi chiese aiuto per le campagne Natale/Pasqua Ail. Poi Rosella è morta. E io ho continuato e continuo, per Lei, le Campagne Ail. Poi nel dicembre 2019 ho conosciuto, personalmente, il professor Tura. Ero ai campi da tennis di Casalecchio di Reno per un pomeriggio di tornei/beneficenza Ail e in attesa delle premiazioni il Professore è venuto a sedersi vicino a me e come se ci conoscessimo da sempre abbiamo cominciato a parlare. E ho il ricordo di questa persona, anziana, ma giovane, consapevole del Suo vissuto e del presente che viveva e continuava, grazie a Lui, nei Suoi familiari, nei Suoi Collaboratori. Uno dei più bei ricordi di un pomeriggio trascorso grazie ad una Bella Persona. Mi mancherà.
Antonella Puccini
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Ho conosciuto il Prof. Tura oltre 20 anni fa per motivi professionali legati a donazioni a favore di AIL. Ricordo con commozione il giorno in cui mi accompagnò a visitare CASA AIL: il Suo entusiasmo e l’orgoglio che “emanava” nel descrivere le attività a sostegno dei Pazienti mi rimasero impresse con commozione e riconoscenza, sentimenti che mi hanno legato (nel corso di numerosi successivi incontri) e ancora mi “legano” al ricordo di una PERSONA STRAORDINARIA che anteponeva al proprio IO la passione per aiutare e conseguire il bene del prossimo.
Dal Cielo proseguirà la Sua Opera.
Claudio Ciavarella
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Il mio ricordo del Prof. Tura da volontario Ail risale a quando facevo il servizio navetta e lo accompagnavo a casa, mi piaceva sentirlo parlare della nostra Bologna e dei suo cambiamenti negli anni. Mi piaceva anche ascoltarlo quando raccontava di medicina e convegni ematologici. Conservo con affetto la pergamena che mi diede alla premiazione dei 10 anni da Volontario AIL.
Questo è il mio ricordo di un grande uomo.
Lorenzo Carlone
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Il prof. Tura per me è stato un Maestro di vita.
L’ho incontrato nel 2000 e da allora è stato uno dei miei riferimenti, dei miei punti fermi.
Mi è stato vicino come medico nel momento più doloroso della mia vita. E sono momenti che non si dimenticano mai.
Per 20 anni ogni mese abbiamo sempre parlato di Bologna. Di come ci sarebbe piaciuta. Mi parlava dell’Università. Mi parlava del Seràgnoli. Dell’AIL.
E qualunque fosse l’argomento, lui aveva un entusiasmo che era incredibile per una persona della sua età.
Abbiamo 45 anni di differenza ma ricordo le tantissime volte in cui era lui a spronare me a insistere, a trovare altre strade, a continuare ciò che credevamo fosse giusto fare.
E’ proprio vero che viveva e agiva come se avesse dovuto vivere per sempre.
Mi ha insegnato molte cose. Una su tutte : l’ascolto.
La capacità di ascoltare veramente il tuo interlocutore.
Mi diceva che – anche se solo per pochi minuti – ogni interlocutore ha il diritto di essere ascoltato.
E rispettare quel diritto era rispettare quella persona.
Questo valore che mi ha trasmesso io cerco di farlo mio ogni giorno. Anche quando sono stanco. Anche quando non ne ho voglia.
In quei momenti penso a lui e ascolto con più attenzione.
Grazie di cuore Professore: per me è stato un onore e un privilegio.
Daniele Corticelli
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Conoscevo il Professor Tura prima di diventare volontario AIL e l'ho sempre stimato come professionista e persona dotata di grande umanità. Col passare degli anni ho scoperto l'irrefrenabile sua determinazione nel fare il bene del Prossimo in perfetta sintonia coi principi cristiani. Ho avuto la fortuna di frequentarlo anche per la sua passione sportiva e pure in questo ambito ne ho apprezzato l'estremo equilibrio. Grazie a lui la mia presenza in AIL ha avuto nuovi stimoli e concretezza. Purtroppo non sono riuscito a scrivere con lui la storia di casa AIL e questo dispiacere è ora ancora più vivo.
Grazie Prof.
Giuliano
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Quando lo accompagnavo a casa si preoccupava della mia salute e mi dava sempre buoni consigli. Ciao Professore.
Renato
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Ho conosciuto il Prof. Tura per motivi professionali proprio negli anni in cui partiva l’enorme progetto di AIL: penso che, fisicamente, mentalmente e professionalmente fosse più che coinvolto in quel periodo, ma non ha mai fatto mancare, in ogni circostanza, la sua gentilezza, la sua disponibilità e, soprattutto, il suo sorriso rassicurante.
Antonella Melega
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Ogni volta che ho avuto occasione di incontrarlo è sempre stato estremamente gentile e cordiale.
In particolar modo ricordo il giorno dell’incontro in Vaticano con Papa Francesco, ho avuto l'occasione di pranzare al tavolo dove c'era anche il Prof Tura e ci ha intrattenuti tutto il pranzo con racconti e aneddoti divertentissimi. Nonostante fosse un grandissimo medico e un personaggio importante era di una semplicità e simpatia unica, e quando sorrideva lo faceva anche con gli occhi.
Grazie per tutto quello che ha fatto e che ci ha lasciato.
Mirca
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Ricordo con stima e affetto il caro Professor Tura perché mio padre era suo amico e collega e io frequentavo i suoi figli tanti anni fa.
Negli anni 80 durante un ricevimento a casa mia il Professore mi invito a ballare un valzer, era davvero un bravo ballerino!
Il suo ricordo resterà sempre presente nella mia famiglia.
Caterina Paolo
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Al di là della figura istituzionale che trasmetteva un po’ di soggezione anche se dalla persona traspariva una quieta bontà e tanta carità cristiana mi piace ricordare il Prof. Tura all’ultima cena di Natale quando cambiammo location e menù … Io ne sono rimasta entusiasta e nel dopo cena mi sono avvicinata e gliel’ho detto. Lui mi ha ascoltato e mi ha ringraziato dicendo che era stato in pensiero per tutta la cena perché temeva non fosse piaciuta la novità… ma con un’umiltà che lo avrei abbracciato.
B&A
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Ricordo con nostalgia le chiacchierate in navetta quando lo conducevo a casa sua dopo il lavoro; la sua simpatia e la tanta cordialità che mi dimostrava…grande persona.
Marco G.
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Quando lo incontravo, lo salutavo con un nodo in gola perché pensavo questo Signore ha un valore aggiunto e spero viva tanto!
Grazie Professore
Sara S.
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Il mio ricordo è grande. Persona molto umana e soprattutto molto vicina ai pazienti nonostante la sofferenza. Ha dedicato la vita alla ricerca e al reparto di Ematologia con tanta energia e disponibilità, sempre presente creando un’equipe medica molto efficiente. Ho sempre avuto tanta stima e non mi rimane altro che dire GRAZIE per tutto quello che ha saputo dare.
Luisa
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La sapienza bagnata di umiltà, il tutto immerso in una grande umanità.
Sono queste le tre doti che ho imparato ad apprezzare nel "Prof" e che conservo dentro di me come dono prezioso.
Carlo Melega
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Io e mio marito siamo entrati come volontari nel mondo di AIL Bologna agli inizi del 2012 ed è stato in quel momento che abbiamo conosciuto di persona il Prof. Tura. Nel corso degli anni abbiamo avuto modo di approfondire il pensiero del Prof sulla missione di Ail Bologna ed apprezzare il grande rispetto che aveva nei confronti di tutti i volontari. Per me in particolare, che avevo una maggiore frequentazione dell’Istituto rispetto a mio marito, accadeva spesso di incontrarlo, ma di solito mi limitavo a qualche commento ed un rispettoso saluto. Nel tempo, purtroppo per una malattia di mio marito, abbiamo chiesto il suo parere medico e personale ed in quel momento, oltre al grande professionista che già ci era noto, abbiamo scoperto un’umanità che ci ha confortati, rassicurati e spronati alla speranza. Il Prof. resterà per noi indimenticabile e noi, per onorarne la memoria, continueremo come volontari ad impegnarci per la sua missione: un mondo in cui tutti i Tumori del Sangue siano guaribili. Grazie di tutto Prof.
Claudia e Luigi
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Le poche volte che ho avuto il piacere di incontrarlo e di parlargli, mi ha fatto sentire al suo stesso livello. Solo una GRANDE PERSONA si comporta così. Ci mancherà tanto, ma rimarranno indelebili i suoi insegnamenti.
Silvana Torri
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L'ho conosciuto poco, ma mi ha molto colpito un suo intervento in un convegno...disse che da giovane medico aveva sbagliato nel non interessarsi degli aspetti psicologici della malattia, che si era ricreduto e occupato molto di questi problemi, è stato veramente grande!
Anna Zamboni
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Non ho avuto contatti diretti con il Prof. Tura, ma me lo ricordo sempre presente alla celebrazione della messa per i volontari a Casa Ail per Natale e Pasqua.
Un altro ricordo è legato al viaggio a Roma per l'udienza dal Papa: facemmo un giro sul pullman scoperto e il Prof. saliva e scendeva la scaletta per il piano superiore con l'agilità di un ragazzino a dispetto dei suoi 90 anni mentre molti di noi arrancavano.
Buon riposo Prof !
Silvana Obino
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Buongiorno Prof. Così lo salutavo quando passava davanti al piccolo banco all'ingresso del Seràgnoli dove io come Volontaria AIL passavo alcune ore a distribuire stelle di Natale, panettoni o uova di Pasqua ecc. Lui si fermava sempre a scambiare qualche parola. Poi mi salutava con un sorriso dicendo: Per fortuna che ci siete voi!
Carla
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Quando penso all' incontro col Prof Sante Tura e con l'associazione AIL non posso che collocarlo negli anni in cui si sviluppò il concorso per giovani Videomaker "Take action".
Erano gli anni 2011/2017.
Non posso dimenticare la sua umanità, la sua visione, la sua tenerezza nell' aprire ai giovani un mondo spesso a loro ignoto. Mettere al servizio delle opere compiute dalla associazione AIL il talento dei giovani creativi fu una bella intuizione, fu come aprire una finestra uno scorcio su un mondo di cui, per discrezione, anche tuttora si parla raramente: quello della cura e dell'incontro col dolore. Allora coordinavo il progetto giovani del Comune di Bologna, uno spazio creativo sempre alle prese con nuove idee nuove opportunità, la proposta di collaborazione con Ail la colsi al volo, consapevole delle potenzialità di crescita che avrebbe potuto sviluppare.
Quando, in occasione del mio pensionamento andai a salutarlo, il prof Tura aveva tra le mani il volume "30 anni in viaggio col Comune di Bologna" mi lesse la famosa frase di Plutarco a proposito della educazione “I giovani sono fiaccole da accendere non contenitori da riempiere".
Caro professore lei, come tanti grandi maestri, ha saputo dare concretezza a questo pensiero e di questo le siamo infinitamente grati.
Doriana Bartolini
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Abito accanto alla casa in cui il prof. Tura ha vissuto fino all’ultimo giorno della sua vita.
Lo ricorderò seduto lì, sul terrazzo a guardare il parco o passeggiare piano come faceva negli ultimi giorni. Guardo il vuoto di quella casa ma penso a quante vite ha riempito con il suo impegno e immensa dedizione!
Elena
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Non ho conosciuto personalmente il dott. Tura, ho però respirato gli odori e calpestato le mattonelle dei reparti di ematologia dell'istituto Seragnoli, fino al trapianto di midollo. Il nome di Tura mi ha accompagnato come un amico, un compagno di viaggio. La sua presenza fisica ora mancherà, ma non la sua Presenza fattiva, grazie alle mani ed al lavoro di tutti quelli che stanno continuando il progetto.
Fabio Brendani
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Non ho conosciuto il Prof. Tura, ma ho conosciuto i suoi "soldati" dell'AIL, che mi hanno assistito, sostenuto e protetto senza sosta nella mia battaglia, regalandomi la possibilità di vivere i miei affetti, di coltivare le mie passioni, di svolgere il mio lavoro per gli altri, di concepire una figlia meravigliosa.
Grazie
Valerio
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Non ho conosciuto personalmente il Professore, lo conosceva mio padre che vedeva tanti anni fa quando rientrava nella sua amata città natale, si fermava al bar per un caffè e due chiacchiere. Di lui diceva che era un grande, che aveva accettato una sfida per quei tempi impossibile, con grande determinazione, pronto a battagliare per sconfiggere il male, annidato nel sangue. Di lui si sono scritti fiumi di parole io vorrei solo dire un grande. Grazie a quest’uomo, pioniere coraggioso che ha lottato e vinto ed ha permesso a così tante persone di poter continuare a vivere, allevando i suoi discepoli, a cui ha trasmesso la stessa determinazione, voglia di sconfiggere un male che pareva non potesse essere neppure scalfito. Grazie a Lui che ha iniziato questa battaglia e a tutti coloro che proseguono, memori del suo insegnamento nella ricerca, nella lotta, pronti a aiutarci. Un abbraccio grande.
Barbara Orvieti
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Ho personalmente nel cuore il Prof Tura e la sua grandissima dedizione all'AIL.
Sono particolarmente coinvolto nel vostro progetto e sono, sia come persona che come azienda, disponibile a supportare il vostro lavoro che a tante persone dona quotidianamente speranza e guarigione da una malattia devastante sia per chi la subisce sia per i famigliari coinvolti.
Sono onorato e orgoglioso di aver conosciuto il Prof e tutti voi.
Continuiamo insieme in questa mission che non possiamo assolutamente abbandonare.
Grazie e tutti voi per il vostro lavoro quotidiano.
Roberto Benedetti
Autosanterno Due e Autosanterno service.
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Quando nel lontano 1998, insegnante da poco in pensione, fui introdotta all’AIL da un conoscente, non immaginavo che sarei rimasta per vent’anni.
Fui subito colpita dall’atmosfera che si percepiva per la coesione di intenti da parte di tutti, medici, infermieri e personale vario.
Sono stata fortunata di aver potuto far parte di tutto ciò con il mio modesto contributo di Volontaria entrando a far parte di quella cosa fantastica che è stato capace di creare il prof Tura, che ,cosa non comune, univa ad una grande umanità la passione e la mente di un grande uomo di scienza.
Liana Ortenzi
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Sono Volontaria AIL da oltre tredici anni e, per raccogliere fondi per l’Associazione, da molto tempo organizzo tombole e mercatini di beneficenza nel mio paese.
Il ricavato di queste iniziative lo porto una volta all’anno ad AIL, nella sede di Bologna, presso l’Istituto Seràgnoli. Proprio in una di queste mie visite, qualche anno fa, sono andata a salutare il Prof Tura nel suo studio.
Come sempre è stato molto disponibile. Non so come abbiamo iniziato a parlare di donazione di sangue. Gli ho raccontato che da ragazza avevo avuto bisogno di trasfusioni a causa di una meningite e che, durante la mia malattia, mi ero impegnata, in caso di guarigione, a diventare a mia volta donatrice. Fortunatamente sono guarita e ho tenuto fede all’impegno che avevo preso con me stessa. Ho iniziato a donare sangue e sono stata addirittura premiata con la medaglia d’oro (per essere iscritta all’Avis da oltre 20 anni e per avere fatto più di 40 donazioni)!
Il Prof. Tura a quel punto si è alzato. Ho pensato che il suo tempo fosse finito e mi sono alzata anch’io per uscire. Ma il Prof. Tura mi è venuto incontro, mi ha abbracciato e mi ha dato un bacio sulla fronte. Per me è stata un’emozione fortissima!
Il suo è stato un gesto di riconoscenza e un ringraziamento per il mio impegno e per la mia attività di volontariato.
Solo i grandi uomini come il Prof. Tura, impegnati per tutta la vita a portare avanti le loro battaglie e a coinvolgere tante persone, sono capaci, con piccoli gesti, di dimostrare partecipazione per le motivazioni che spingono ciascun volontario a dare il proprio piccolo contributo.
Non lo dimenticherò mai! Grazie Prof. Tura.
Libera Govoni
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Credo molto nella fortuna e l'incontro con il prof. Sante Tura ne è la prova. Un incontro che risale agli anni novanta del secolo scorso quando la sfortuna si era appena abbattuta sulla mia salute e il privilegio, a distanza di tanto tempo, di poter ancora raccontare quel primo incontro ne è la conferma più evidente.
Il Prof Tura mi ricevette nel suo studio all'Istituto Seragnoli pieno di libri e pubblicazioni che contenevano i frutti di tanti anni di ricerca e tutte le mie speranze. Entrai in quella stanza con il cuore in tumulto, timorosa e un po' intimidita di trovarmi di fronte a uno dei padri dell'Ematologia italiana, che mi accolse con una stretta di mano, un sorriso affettuoso e un'amichevole pacca sulla spalla. Quel gesto confidenziale fu solo il primo segno che fece trasparire la sensibilità del Prof Tura, la sua empatia, sagacia e 'complicità', un'umanità alla stessa altezza della sua fama di luminare dell'Ematologia. Al termine di quel colloquio, uscii dal suo studio piena di energia, determinata a combattere e con la convinzione che il pensiero positivo è parte della cura. Ma la cosa incredibile è che chiusi la porta ridendo e anche in questa ora triste quel ricordo mi strappa un sorriso. Dopo più di un'ora trascorsa a illustrarmi quadro clinico, percorso terapeutico, prognosi e statistiche, il Prof Tura mi invitò a rivolgergli tutte le domande che avevo in mente per chiarire ogni mio dubbio, senza immaginare la raffica di inutili quesiti che lo stava per colpire; con tanta pazienza e comprensione trovò tutte le risposte possibili poi, di fronte al mio ennesimo interrogativo impossibile, si alzò, prese un grosso volume dallo scaffale e con un sorriso arguto mi consegnò "Ematologia I": ''Glielo regalo, così se le viene in mente qualche altra domanda può consultarlo''. Lo conservo gelosamente nella mia libreria. Non l'ho mai aperto.
Grazie di tutto, professore, anche della lezione.
Rita Bonaga
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Ci ha lasciati Sante Tura, un Maestro vero. Un maestro non solo di una prestigiosa Scuola ematologica, ma di tutti noi che abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo e di seguire i Suoi insegnamenti. Grande e vero maestro a 360 gradi poiché il Prof. Tura, non solo è stato padre e luminare della Ematologia a livello nazionale ed internazionale e validissimo ricercatore e docente, ma ha trasmesso ai sui allievi, e a chi lo ha conosciuto, il Suo rigore metodologico e didattico, la Sua innata attitudine empatica, fatta di disponibilità all'ascolto e arricchita di modestia, semplicità, spiccato pragmatismo. Di maestri ce ne sono tanti ma pochi racchiudono in se tanti e tali valori! I Suoi esempi di scienza e di vita hanno significativamente contribuito alla formazione di molti di noi e hanno rappresentato un valore aggiunto e durevole nella nostra professionalità ed esperienza intellettuale.
Caro Prof. i ricordi di Lei sono tanti ma alcuni particolarmente rilevanti e sempre presenti. Ci siamo conosciuti negli anni 80', quando dall'Istituto di Ematologia mi inviavate i pazienti in Ecografia della Clinica Medica I° ove ero giovane ricercatore. Ricordo a tal proposito la prima descrizione dei segni ecografici della VOD insieme a Lei e al suo collaboratore Gherlinzoni. Ricordo in Facoltà i suoi interventi, sempre caratterizzati da moderazione e concretezza. Ricordo con stima e affetto l'incontro dell'anno scorso in occasione della mia donazione e collaborazione professionale all'AIL e, non ultimo, la Sua visita ecografica di qualche mese fa. Tutti questi ricordi mi suscitano profonda commozione per cui le invio un caloroso forte abbraccio (RIP).
Vincenzo Arienti